Giovanni Battista fu il primo uomo autorizzato a battezzare altri, e battezzò i Giudei come simbolo di pentimento per i peccati commessi contro la Legge. (Luca 3:3)
Il battesimo in acqua, tuttavia, divenne un’esigenza per coloro che accettavano il cristianesimo. Era un modo per dimostrare che si erano pentiti, convertiti e dedicati a Dio. — Matt. 28:19, 20; Atti 22:16.
In quanto al battesimo nello spirito santo, poco prima di ascendere al cielo Gesù promise ai discepoli: “Voi sarete battezzati nello spirito santo fra non molti giorni”. (Atti 1:5, 8) Poco tempo dopo quella promessa fu mantenuta. Lo spirito santo scese su circa 120 discepoli radunati a Gerusalemme in una stanza al piano superiore di una casa allorché Gesù, dal cielo, impartì i suoi primi battesimi nello spirito santo. (Atti 2:1-4, 33) Con quale risultato? I discepoli divennero parte del corpo spirituale di Cristo. Come spiega l’apostolo Paolo, “mediante un solo spirito [furono] tutti battezzati in un solo corpo”. (1 Corinti 12:13) Nello stesso tempo furono unti come futuri re e sacerdoti del celeste Regno di Dio. (Efesini 1:13, 14; 2 Timoteo 2:12; Rivelazione 20:6) Lo spirito santo servì inoltre da suggello iniziale e caparra di quella gloriosa eredità futura, ma non era tutto. — 2 Corinti 1:21, 22.
Ma che dire del promesso battesimo in acqua nel nome del Padre, del Figlio e dello spirito santo? Quei primi discepoli che furono battezzati nello spirito non ricevettero tale battesimo in acqua. Avevano già ricevuto il battesimo in acqua amministrato da Giovanni, e poiché in quel particolare tempo esso era accettevole a Geova, non occorreva che fossero ribattezzati. Ma alla Pentecoste del 33 E.V. una grande folla di anime ricevette in effetti il nuovo battesimo in acqua. Come avvenne questo?
Il battesimo dei 120 nello spirito santo era stato accompagnato da un forte rumore che aveva richiamato l’attenzione delle folle. Queste si stupirono sentendo i discepoli parlare in lingue, cioè in lingue straniere che i presenti potevano capire. L’apostolo Pietro spiegò che questo miracolo era una prova che Gesù, il quale era stato destato dai morti e sedeva ora alla destra di Dio in cielo, aveva versato lo spirito di Dio. Pietro disse ai suoi ascoltatori: “Sappia dunque per certo tutta la casa d’Israele che Dio l’ha fatto Signore e Cristo, questo Gesù che voi avete messo al palo”. Poi concluse con questa esortazione: “Pentitevi, e ciascuno di voi si battezzi nel nome di Gesù Cristo per il perdono dei vostri peccati, e riceverete il gratuito dono dello spirito santo”. Circa 3.000 anime accolsero l’invito. — Atti 2:36, 38, 41.
Si può dire che quelle persone fossero battezzate nel nome (“in riconoscimento” del ruolo) del Padre, del Figlio e dello spirito santo? Sì. Anche se Pietro non disse loro di battezzarsi nel nome del Padre, essi riconoscevano già Geova come Sovrano Signore, dato che erano giudei naturali, membri di una nazione a Lui dedicata. Pietro in effetti disse: ‘Battezzatevi nel nome del Figlio’. Perciò il loro battesimo indicò che riconoscevano Gesù come Signore e Cristo. Erano ora suoi discepoli e accettavano il fatto che da allora in poi il perdono dei peccati si otteneva tramite lui. Infine quel battesimo fu in riconoscimento dello spirito santo, e quelli che vi si sottoposero lo fecero in vista della promessa secondo cui avrebbero ricevuto lo spirito come gratuito dono.
Quelli battezzati in acqua il giorno di Pentecoste del 33 E.V. furono anche battezzati nello spirito, essendo unti quali futuri re e sacerdoti del Regno celeste. Secondo il libro di Rivelazione, questi sono solo 144.000. Perciò quelli battezzati nello spirito santo e infine “suggellati” come eredi del Regno ammontano solo a 144.000. (Rivelazione 7:4; 14:1) Comunque, tutti i nuovi discepoli, a prescindere dalla loro speranza, vengono battezzati in acqua nel nome del Padre, del Figlio e dello spirito santo. (Matteo 28:19, 20) Cosa implica quindi il battesimo nel nome dello spirito santo per tutti i cristiani, siano essi del “piccolo gregge” o delle “altre pecore”? (Luca 12:32; Giovanni 10:16) Prima di rispondere, notiamo alcune attività dello spirito durante l’era cristiana.
Il frutto dello spirito
Un’importante attività dello spirito santo è quella di aiutarci a coltivare una personalità cristiana. È vero che a causa dell’imperfezione non possiamo evitare completamente di peccare. (Romani 7:21-23) Ma quando ci pentiamo sinceramente, Geova ci perdona in base al sacrificio di Cristo. (Matteo 12:31, 32; Romani 7:24, 25; 1 Giovanni 2:1, 2) Oltre a ciò, Geova si aspetta che lottiamo contro le nostre tendenze peccaminose, e lo spirito santo ci aiuta a farlo. “Continuate a camminare secondo lo spirito”, disse Paolo, “e non seguirete nessun desiderio carnale”. (Galati 5:16) Paolo proseguì spiegando che lo spirito può produrre in noi le qualità migliori: “Il frutto dello spirito è amore, gioia, pace, longanimità, benignità, bontà, fede, mitezza, padronanza di sé”. — Galati 5:22, 23.
In che modo lo spirito permette al cristiano di produrre questo frutto? La cosa non avviene automaticamente solo perché siamo cristiani dedicati e battezzati. Dobbiamo impegnarci. Ma se frequentiamo altri cristiani che manifestano queste qualità, se preghiamo Dio perché il suo spirito ci aiuti a coltivare determinate qualità, se evitiamo le cattive compagnie e studiamo la Bibbia per trovare consigli e buoni esempi, allora in noi crescerà il frutto dello spirito. — Proverbi 13:20; 1 Corinti 15:33; Galati 5:24-26; Ebrei 10:24, 25.
I cristiani riconoscono che le Sacre Scritture sono state scritte sotto l’influsso dello spirito santo. Perciò, come i testimoni di Geova precristiani, scavano in esse per trovare la sapienza ispirata dallo spirito. (Proverbi 2:1-9) Le leggono, meditano su di esse e si fanno guidare da esse nella loro vita. (Salmo 1:1-3; 2 Timoteo 3:16) Così sono aiutati dallo spirito a ‘scrutare le cose profonde di Dio’. (1 Corinti 2:10, 13; 3:19) Quella di guidare in tal modo i servitori di Dio è un’importante attività compiuta dallo spirito di Dio nei nostri giorni.
È una cosa molto seria essere battezzati ‘nel nome dello spirito santo’. Ma che benedizioni può recare! Possa il numero di coloro che così si battezzano continuare a crescere. E sia consentito a noi tutti di continuare a tener fede al significato di questo battesimo, mentre ci prodighiamo come schiavi di Geova e continuiamo ad essere “ferventi nello spirito”. — Romani 12:11.
Qual è il risultato del battesimo col fuoco?
Luca 3:16, 17: “Egli [Gesù Cristo] vi battezzerà . . . con fuoco. La sua pala per ventilare è nella sua mano, per pulire completamente la sua aia . . . arderà la pula con fuoco inestinguibile”. (Sarà distrutta in eterno).
Matt. 13:49, 50: “Così sarà al termine del sistema di cose: gli angeli usciranno e separeranno i malvagi di mezzo ai giusti e li getteranno nella fornace ardente”.
Battesimo col fuoco. Quando molti farisei e sadducei vennero da lui per essere battezzati, Giovanni il Battezzatore li chiamò “progenie di vipere”. Parlò della venuta di ‘colui che avrebbe battezzato con spirito santo e con fuoco’. (Mt 3:7, 11; Lu 3:16) Il battesimo col fuoco non è la stessa cosa del battesimo con lo spirito santo. Il battesimo di fuoco non può identificarsi, come dicono alcuni, con le lingue di fuoco scese alla Pentecoste, perché i discepoli non furono immersi nel fuoco. (At 2:3) Giovanni disse agli ascoltatori che sarebbe avvenuta una separazione: il grano sarebbe stato raccolto, dopo di che la pula sarebbe stata bruciata con fuoco inestinguibile. (Mt 3:12) Fece notare che il fuoco non sarebbe stato una benedizione o ricompensa, ma una conseguenza del fatto che ‘l’albero non produceva frutto eccellente’. — Mt 3:10; Lu 3:9.
Usando il fuoco come simbolo di distruzione, Gesù predisse l’esecuzione dei malvagi che sarebbe avvenuta durante la sua presenza: “Nel giorno in cui Lot uscì da Sodoma piovve dal cielo fuoco e zolfo e li distrusse tutti. La stessa cosa avverrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo sarà rivelato”. (Lu 17:29, 30; Mt 13:49, 50) Altri esempi in cui il fuoco rappresenta non una forza salvifica, ma una forza distruttiva, si trovano in 2 Tessalonicesi 1:8; Giuda 7 e 2 Pietro 3:7, 10.
FONTE:Perspicacia volume 1
L'umorismo è la cintura di salvataggio nel fiume della vita.(Wilhelm Raab)